>> Il "bello della legge"<<

--- > sei alla voce "Curiosità" --- > torna alla home page
aggiornamento settembre 2013

Alcune curiosità storiche sui Beni Culturali di particolare interesse ...

 

 

 

 

 

  • Caffè: la bevanda del Diavolo" - Al suo primo apparire in Italia il caffè trovò molti osteggiatori. La Chiesa combattè soprattutto l'uso di andare alle "botteghe del caffè" perché vissute come luogo di perdizione. Si tentò di proibire l'abitudine, ma l'allora Pontefice Clemente VII volle provare la "Bevanda del Diavolo" prima di condannarla. Gli piacque così tanto che impartì una immediata benedizione battezzandola " Bevanda Cristiana". Pena di morte a base di caffè....se tutte le condanne fossero così...! Si racconta che Re Gustavo III di Svezia condannò a morte due ladri. La sentenza doveva essere impartita mediante "somministrazione di caffè". Non essendo morti, la sentenza venne ripetuta per ben quattro volte sui due ladri. Volete saperlo? I due "fortunati" ladri vissero fino a 83 anni! (Fonte: http://www.beniculturalionline.it/speciali-magazine/bar--caffe-storici/6990-caffe-curiosita.html)

  • Il Castello di Belriguardo è stata la prima residenza estiva di una signoria al di fuori della propria città. Tutte le altre residenze estive (Venaria, Poggio a Caiano, la Reggia di Caserta, Versailess, ecc.) nascono copiando l’idea di Belriguardo. (Fonte: http://historia-vbc.com/category/curiosita/)

 

  • A propositi di dialetti ...
    • la frase dialettale campana di origini antichissime: "Puozze sculà (Possa tu colare)" è tra le più brutte imprecazioni che possono essere rivolte ad una persona. Il suo significato viene fatto risalire al periodo in cui non esistevano i cimiteri, per cui nei sotterranei di alcune chiese i morti venivano deposti in posizione seduta in appositi loculi, su una lastra di pietra con alcuni fori, dai quali stillavano gli umori dei cadaveri. Resti ben conservati di questi loculi (due) si trovano nella cripta della piccola Chiesa di Sant'Anna a Puccianiello, provincia di Caserta.

 

  • Otto voci per la Pinacoteca di Brera - (30/04/2013) Ogni museo è uno "scrigno di storie". Sono quelle di chi ha realizzato le opere, di chi le ha collezionate, di chi le conserva e le espone, di chi le guarda, le commenta, le ama e si emoziona davanti a esse. Conoscerle può essere molto interessante, soprattutto se chi le racconta è nato in un paese diverso da quello di chi ha creato dipinti e sculture. Da questa idea è nato il progetto "Brera un'altra storia", affidato alle voci di otto mediatori museali che arrivano da Bosnia, Brasile, Egitto, Filippine, Italia, Perù, Senegal e Ungheria, che, al sabato e alla domenica, fino al 19 maggio, ci offrono la loro interpretazione di alcuni capolavori esposti in questa straordinaria pinacoteca. Per conoscere tutti i dettagli di questa iniziativa, potete guardare in www.brera.beniculturali.it. (Fonte: http://www.artdreamguide.com/news.htm)

 

  • 1987: VERNICIARONO UN DUCHAMP 'ERA UNA SEMPLICE PORTA'- VENEZIA Gli operai che stavano finendo di dipingere i padiglioni della Biennale d' arte, si erano accorti che c' era ancora una vecchia porta da verniciare, in quattro e quattr' otto c' era poco tempo perché l' inaugurazione era ormai prossima l' avevano fatta tutta bianca, così la porta risplendeva come se fosse nuova. Non potevano sapere, quei ragazzotti coi pennelli in mano, che avevano verniciato niente meno che un' opera d' arte: una porta in legno del dadaista francese Marcel Duchamp, presentata all' esposizione internazionale d' arte della Biennale del ' 78, dedicata al tema: Dalla natura all' arte e dall' arte alla natura. Dopo una causa durata nove anni, adesso i giudici del tribunale di Venezia hanno dato ragione al proprietario della porta (pardon, dell' opera), il collezionista romano Fabio Sargentini, che aveva denunciato la Biennale per danni, e hanno condannato l' ente culturale veneziano ad un risarcimento di quattrocento milioni (Fonte: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/02/13/verniciarono-un-duchamp-era-una-semplice-porta.html)